La serie delle “Donne fiore” nasce sulla scia dell’ispirazione e dell’influenza picassiana:
“Quando Piccasso era insieme a Francois Gilot, una delle sue compagne, l’ha ritratta come se fosse una donna fiore. Non ho potuto non notare come, involontariamente, nel mio dipingere figure femminili, abbia sempre cercato quella stessa metamorfosi”.
Non si tratta, in realtà, solo della metamorfosi con la natura, ma, l’evidenza picassiana, si può scorgere anche nel suo cronico atto di deformazione, presente in ogni sua rappresentazione pittorica.
I quadri delle donne fiore sono certamente vitali e simbolo di rinascita, spengono il malessere di quelli di maggior influenza baconiana, ma restano anatomicamente deformati: un voto a quell’arte imperfetta e bambinesca che fece fare tanta fatica ad un Picasso accademicamente perfetto che voleva mostrare il mondo scomposto in una prospettiva totalmente frantumata, più creativa e in continua evoluzione, combinazione, ispirazione.
Le donne, così rappresentate, diventano senza dubbio simbolo di rinascita, origine della vita, ma mantengono, nelle loro imperfezioni, scomposizioni, nel movimento delle pennellate, e nei loro occhi, un’emotività tutta loro: sono centro e vita anche delle stesse emozioni, che siano di gioia, pianto, speranza, rabbia, insicurezza.
I quadri, inoltre, per il loro uso di colori fauvisti e accesi e i loro rimandi quasi esotici, riportano alla primordiale idea rappresentativa di Matisse.
La tecnica usata in queste opere è una tecnica mista che vede l’uso combinato di pastelli a cera, oli e acrilico.
Allegoria di primavera
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Allegoria di primavera II
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Donna fiore alla luce dei Caraibi
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Donna-Fiore alla luce dei Caraibi II
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Donna-Fiore con bouquet e vestito rosa
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Donna-Fiore con bouquet ed orecchini viola
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Donna-Fiore con medaglione blu
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Donna-Fiore con orecchini gialli
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Donna-Fiore con orecchini verdi
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Donna-Fiore con vestito rosa e bouquet floreale
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Donna-Fiore con vestito verde
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Madre Natura
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L’uso di colori forti, delle pennellate a graffio, la mancanza di confini e la rappresentazione angosciosa dell’uomo, riportano subito alla riflessione sugli ambiti più surreali, inquietanti e inconsci dell’animo e porta a riflettere sulla condizione umana nel contesto e nel secolo attuale, frammentaria, fluida, scomposta e, talvolta, spaventosa e vuota.
La tecnica usata per questi quadri è l’olio su tela e la serie è in continuo aggiornamento: Giorgio realizza i dipinti sull’onda della sua scia emotiva, che, come dice lui stesso, a volte è una rinascita, a volte la scoperta di un orrore nascosto.
La serie nudi nasce è un vero e proprio studio anatomico a carboncino sul corpo umano e nasce proprio dalla volontà di esaminare il pathos emotivo dell’uomo attraverso la sua carnalità e corporeità.
Gli studi sul nudo si ispirano molto, nel tratto, sia ai periodo blu e rosa picassioni, sia agli studi scientifico-anatomico-artistici di Leonardo Da Vinci, volendo così mantenere il dialogo tra i vari periodo dell’arte e crearne una sua sintesi.
La ricerca anatomica realizzata da Giorgio pur rimanendo nella tradizione, risulta provocatoria: i corpi non sono mai rappresentati nella loro completezza e la correttezza formale perde i confini, lasciando spazio alle lacerazioni dell’uomo moderno e unificando apollineo e dionisiaco, ordine e caos.
Giorgio ha poi approfondito molto le sue opere, e, molti di questi carboncini da lui realizzati, sono stati fotografati e ridisegnati sulla base fotografica con l’aggiunta del colore: chiaro rimando all’iperrealismo, che, però, in questo caso, finisce per essere applicato su rappresentazioni quasi informi, rompendo ancora con gli schematismi della tradizione.
Giorgio ha scelto un unico titolo per queste sua opere, “Torsioni”, rendendo ancora più evidente la volontà di porre l’accento sul movimento, sia fisico che corporeo, dei corpi rappresentati.
Il formato è un formato standard: 30x40cm.
L’interesse a questo tipo di studio artistico e a questa tecnica è iniziato recentemente insieme ad una volontà di riscoperta dell’umano sotto una forma e prospettiva quasi primordiale, nella sua pura essenza: le opere sono tutte databili tra il 2019-2020.
“Il sublime e l’animo umano non si trovano solo nella concretezza dell’individuo, ma nel mondo che ci circonda. Adoro fare ritratti, ma, prima ancora del corpo, è la natura, il respiro, l’ossigeno di ogni cosa a contenere in sé il più profondo e affascinante spavento e la più intima e consolante quotidianità. Il mondo ci respira e noi lo respiriamo; è un flusso, non vi sono confini e standardizzazioni primarie nel vivere. La società fluida di cui tanto si parla, in realtà, è la nostra condizione primaria”.
La tecnica usata da lui per queste opere è una tecnica mista, composta dall’uso di gessi, oli su tela e acrilico.
Sulla stessa lunghezza d’onda dei paesaggi, Giorgio Bertazzoli decide di intraprendere, nel 2019, la serie “Nature Vive”.
Negli ultimi tempi si è parlato tanto di morte, e ho sempre pensato all’utilizzo dell’espressione “Nature morte” nell’arte. Nessuna natura è realmente morta, nemmeno un vaso o un puro oggetto. Quando parlo di flusso del mondo e di respiro senza confini, parlo di questo. Ogni oggetto ha in sé una parte di vita, un’emozione, che respira e rivive in noi. Ogni oggetto può essere sicurezza o panico, parla, trasmette, ci condiziona. Le mie nature non sono mai morte, c’è sempre un trionfo della vita, anche nell’assenza silenziosa di essa che ci costringe comunque a nominarla e renderla concreta”.
La tecnica usata in queste sue opere è una tecnica mista che vede l’utilizzo di pastelli a cera, oli su tela e acrilico.
Natura viva con fiori, limoni e teiera
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Natura viva con vaso blu e bouquet di fiori
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Natura viva con vaso di fiori e melograni
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Natura viva con vaso di fiori, bottiglia blu e verde
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Natura viva con vaso e rosa viola
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Natura viva con vaso viola e bouquet di fiori
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Oli su tela della serie “Uomo contemporaneo/ritratti baconiani” (2019-2020).
Gli Oil sticks sono pittura a olio in forma solida, cilindri composti da pigmento, olio di lino o cartamo ed una parte di cera, che gli permette di assumere questa forma particolare.
La loro versatilità sta nel fatto che possono essere utilizzati in due modi complementari. o utilizzando direttamente il cilindro, quasi come fosse un pastello, regolando l’intensità delle linee e dei colori con una maggiore o minore pressione della mano, o come pittura a olio classica preparando il colore sulla tavolozza (mischiandolo a medium o ausiliari se necessario) e stendendolo con un pennello o spatola sulla superficie da dipingere.
Gli Oil sticks di Giorgio Bertazzoli, simbolo della sua voglia di sperimentare e provare ogni possibile forma d’arte esistente, tutti molto recenti (2020), non sono esposti, sono visibili solo online o per la vendita in trattativa privata.
Le opere nascosto proprio con l’intento di sperimentare anche questa tecnica artistica, da lui poco approfondita durante lo sviluppo delle sue varie “serie d’arte”.
I suoi acquarelli non sono in esposizione. Possono essere visti solo online o per la vendita con trattativa privata.
Sono tutti del 2020.
La Giorgio Bertazzoli Art Gallery non è solo luogo di visita e dibattito artistico, ma è anche un luogo di scambio e commercio d’arte.
Nella nostra galleria è possibile non solo acquistare opere, ma anche vendere o donare.
Pensata per il flusso continuo d’arte, la nostra galleria è un ricambio, in costante aggiornamento.
Gli acquisti sono accessibili online e possono avvenire con pagamento a rate, in trattativa privata, contattandoci direttamente ai seguenti recapiti:
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