Allestita in una ex fabbrica riadattata con i valori dell’archeologia industriale, si articola in due location, una sala maior e una sala minor completamente tappezzate di opere sistemate ad hoc per favorire un’esperienza immersiva, sfidando l’idea di horror vacui espositivo, tipico delle gallerie di arte contemporanea. Volendo andare controcorrente, l’area è ricca di opere dello stesso Giorgio Bertazzoli e di diversi artisti selezionati, tra emergenti, professionisti e storicizzati.

A differenza delle altre gallerie d’arte, non è stata pensata unicamente per la visione delle opere “in vetrina”, ma per effettuare visite private, dove i clienti vengono coccolati e coinvolti in un confronto tra bellezza e commercio artistico, sia nazionale che internazionale.

Si tratta di uno spazio sia dinamico che meditativo: ciascuno può vivere l’esperienza artistica in una dimensione propria e individuale, le opere sono in continuo flusso, tra nuove realizzazioni, donazioni, acquisti e vendite.